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L’Acero Giapponese

D’autunno le sue foglie acquistano uno spettacolare color rosso. Poi, lentamente, cadono, lasciandolo spoglio. In primavera invece il suo fogliame può assumere i colori più svariati, dal verde al giallo, fino all’arancio. Vario e spettacolare, mai immobile. Stiamo parlando dell’ acero giapponese, l’albero simbolo della transitorietà e del cambiamento, proprio a causa delle mutazioni che subisce con il cambio delle stagioni. Appartenente alla vasta famiglia degli aceri, ne rappresenta una varietà molto amata da chi desidera abbellire un parco e un giardino. Difatti è una tipica pianta utilizzata a scopo ornamentale. Non necessita di cure particolari e cresce lentamente ed è proprio per tutte queste caratteristiche che è molto amata e molto utilizzata. In Italia è facile trovarne sia in giardini privati che in parchi pubblici. Nel parco di Villa Raimondi, vicino a Como, c’è una collezione di aceri giapponesi che conta circa 60 esemplari e che merita una visita nella stagione autunnale. Proprio a causa del suo color rosso acceso in autunno, colore che ricorda il sangue, all’acero giapponese sono associate storie e leggende particolari. Nella mitologia greca era l’albero di Fobos, il dio della paura, figlio di Ares e fratello di Demos, Dio del Panico. Secondo una leggenda legata ai boschi dell’Alsazia le cicogne, per spaventare i pipistrelli e proteggere i propri piccoli, mettono un ramo di acero nel nido. Sembra che tra gli aristocratici giapponesi si attendesse l’autunno per ritrovarsi sotto i momiji, gli Aceri giapponesi, per suonare, cantare o recitare poesie d’amore, cercando ispirazione nelle foglie screziate di rosso. Più tardi questa usanza signorile divenne popolare ed è rimasta inalterata fino ad oggi.