I giardini Villandry, tra orti ornamentali, viali alberati, boschi e labirinti di siepi
Il Castello e i Giardini di Villandry, nella valle della Loria, sono tra le attrazioni maggiormente visitate della zona, popolate da visitatori soprattutto nella stagione estiva, ma in generale durante tutto l’anno vista la rotazione delle colture, il rispetto della stagionalità e la conseguente fioritura e nascita delle varie specie vegetali un pò in tutti i periodi dell’anno.
Villandry stupisce già alla prima occhiata: un castello in pieno stile francese con arcate, innumerevoli finestre, lucernari, il caratteristico tetto in ardesia, circondato dall’acqua che crea un gioco di riflessi molto suggestivo all’ora del tramonto; un castello e il suo giardino perfettamente integrati al paesaggio, il cui spazio esterno si estende per una vallata divisa in tre livelli attraversati da un ruscello e le sue cascate. La fusione tra una concezione architettonica innovativa e la costruzione armoniosa nel rispetto della natura preesistente sono infatti punti cardine di questo luogo.
Il castello risale al 1536, edificato grazie alla volontà di Jean Breton ministro delle finanze di Francesco I; passò dalle mani di molti proprietari prima di giungere in quelle di Joachim Cavallo (la proprietà è tutt’oggi degli eredi) nel 1906 che innamoratosi del luogo né studiò tutta la storia per ricostruire e poi incrementare gli originali giardini alla francese andati distrutti nel tempo.
Ciò che più meraviglia di questo luogo sono senza i suoi giardini:
Il giardino ornamentale è una sorta di prolungamento del castello e apprezzabile dall’alto del Belvedere, il punto più alto del castello con una terrazza panoramica: da qui si gode appieno della vista sui giardini dell’Amore, 4 riquadri in cui le siepi di bosso o buxus sono accuratamente potate in forme geometriche perfette. Ogni riquadro è diverso dall’altro a simboleggiare i vari tipi di amore: amore tenero, raffigurato con cuori riempiti da fiori rosa e separati da piccole fiamme; l’amore passionale rappresentato da cuori spezzati; l’amore instabile simboleggiato da ali di farfalla e l’amore tragico rappresentato da lame di pugnali e spade.
Photo Credit Woola
Seguendo il percorso consigliato si attraversa un boschetto che offre anch’esso un punto di vista elevato e privilegiato sui giardini la vallata, fino a giungere allo stupendo padiglione delle Udienze circondata da piccole terrazze fiorite e serre.
A seguire si incontrano il giardino dell’acqua dall’impostazione classica, circondato da un viale di tigli (tilia), il giardino del sole (di più recente costruzione) suddiviso in 3 aree coltivate con arbusti dai colori blu e bianchi, arancio e giallo e da un piccolo meleto dove sono stati allestiti giochi per bambini.
Come tutti i giardini classici che si rispettino anche Villandry ha il suo labirinto fatto di siepi di carpino (carpinus betulus ornamentalis), accuratamente potate per mantenere la forma e l’altezza desiderata, e dilettare i visitatori, che troveranno il centro e l’uscita senza difficoltà.
Pergolati di vite (vitis vinifera) si diramano per i viali sottostanti il labirinto, perfetti per una passeggiata al riparo dal sole.
Molto suggestivo è il giardino dei semplici, destinato alla coltivazione di erbe aromatiche e officinali secondo la tradizionale convenzione medievale del giardino-orto.
E poi ci si imbatte nella parte più originale di tutto l’esterno: l’orto.

Qui si rimane senza parole per il sapiente uso della geometria, degli accostamenti cromatici e delle specie vegetali. Lo spazio è organizzato in 9 riquadri in stile rinascimentale, tutti della stessa dimensione ma con motivi geometrici diversi e diversi utilizzi di verdure e fiori. Molte verdure. Qui infatti sono loro le protagoniste: il porro con i suoi toni blu, il cavolo dalle sfumature viola e rosse, la barbabietola con colori dal rosso al fucsia, al violetto, il verde del fogliame.
La bellezza non si limita alla vista e all’olfatto, ma si estende al gusto: tutti i prodotti coltivati a Villandry finiscono infatti sulle tavole, essendo destinati al consumo. Un esempio perfetto di come la bellezza possa unirsi all’utilità, senza creare alcuno spreco.
In un’ottica eco-friendly la proprietà ed i suoi giardinieri dal 2008 hanno scelto di non utilizzare più pesticidi chimici cercando di preservare l’ambiente e la salute di giardinieri e visitatori. Tutto ciò è possibile grazie al controllo dei parassiti e della biodiversità: i pesticidi sono stati sostituiti con ausiliari ad esempio larve di coccinelle contro gli afidi, antocoris nemoralis per controllare la psilla di pera, ecc. I fungicidi chimici sono stati sostituiti invece da prodotti a base di minerali, materia organica o oligoelementi.
A distanza di qualche anno il giardino si è ripopolato di numerose specie di insetti e farfalle, cavallette, e anche uccelli.
Scopo ultimo è quello mantenere un luogo preservato dove passeggiare e portarsi via qualche verdure nei giorni di raccolta, fondendo il giardinaggio con un eco sistema dove turismo e biodiversità siano due facce della stessa medaglia.