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Tradizione e installazione artistica: l’Hortus Conclusus di Mimmo Paladino a Benevento

Abbinare un elemento della tradizione paesaggistica italiana e farne una installazione artistica permanente è alla base dell’Hortus Conclusus di Benevento realizzato da Mimmo Paladino nel 1992 in collaborazione con gli architetti Roberto Serino e Pasquale Palmieri e il lightning designer Filippo Cannata. 

La descrizione del progetto di Benevento

L’installazione del maestro della Transavanguardia Italiana è situata accanto alle mura dell’antico Convento di San Domenico a Benevento, che la circondano assieme a mura ricostruite in mattoni ed inserti in metallo, ricreando così un giardino ‘chiuso e segreto’. Nel giardino sono presenti gli elementi dell’acqua e della terra, con una serie di fontane e una selezione di alberi e cespugli dai valori simbolici. Le opere bronzee dell’artista, come il cavallo con una maschera dorata o l’uomo dalle lunghe braccia, dialogano con l’ambiente circostante, ricreando quella pace e quel senso di meditazione che era proprio della tradizione dei giardini dei conventi medievali.

Le origini dell’Hortus Cocnclusus

L’origine in Italia di questi giardini raccolti e protetti da alte mura è legata allo sviluppo delle grandi strutture monastiche del medioevo. In questi luoghi i monaci potevano coltivare piante e alberi per il proprio sostentamento e per la produzione di preparati officinali e medicali, rivolti alla vendita esterna. In questi luoghi potevano inoltre meditare e leggere. Ancora oggi possiamo ammirare nella loro semplicità questi piccoli giardini nella Certosa del Galluzzo a Firenze e in quella di Calci vicino Pisa.


La concezione simbolica del progetto

Nel progetto di Paladino lo spazio del giardino è diviso tra una zona più chiusa ed una più aperta e luminosa, come se il giardino rappresentasse un cammino iniziatico. Le varietà di piante scelte sono riconducibili ad una precisa simbologia sacra: le palme (Chamaerops humilis) simbolo di gloria, le rose (Rosa) simbolo del sangue di Cristo, i gigli (Lilium candidum) simbolo di purezza, i tre ulivi (Olea europaea) simbolo di pace, il bambù (Bambusa) simbolo di rigore morale, un albero di Giuda (Cercis siliquastrum) simbolo di rinascita ed un castano (Castanea sativa) simbolo di semplicità. Le sculture e le varie fontane rimandano alla tradizione classica dei giardini romani e rinascimentali poi, ma rimandano anch’esse ad una simbologia: la statua del cavallo alle antiche popolazioni sannitiche e alla guerra di Troia, il disco piantato il terra alla leggenda di Numa Pompilio dove Marte gli inviò uno scudo, le fontane con il loro scorrere dell’acqua favoriscono la meditazione.

Le varietà di piante presenti in vivaio

Nei nostri vivai di Pistoia sono disponibili molte piante tra quelle utilizzate per il progetto.

Chamaerops umilis

E un genere di palamacea a crescita lenta con folgie pennate e di un color verde lucido lunghe fino a 80 cm. Sono particolari le pannocchie che sviluppa a fine estate, dense di piccoli fiori gialli.

Rose

In vivaio abbiamo selezionato le migliori varietà di rose appartenenti alla gamma classica dei più importanti ibridatori internazionali in tutti i toni di colore: bianco, giallo, rosso, rosa, salmone, arancio ecc.

Olea europaea

L’olea europa è comunemente conosciuta come Ulivo, albero molto diffuso in diverse zone d’Italia, tra cui la nostra Toscana; una pianta apprezzata soprattutto per la fruttificazione delle olive, ottime per la produzione di olio. La crescita è piuttosto lenta con le caratteristiche foglie lanceolate di colore verde-grigio. È inoltre un albero altamente decorativo e gode di lunga vita.

Bambusa

Presente in tantissime varietà, la Bambusa è anche conosciuta come pianta del bambù. Il portamento è eretto con una ramificazione molto fitta. La crescita è piuttosto veloce, con la massima maturazione dopo solo due anni. Sono sempreverdi!

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Photo credits – Envato