Il Mandorlo
Il Mandorlo è una promessa e un nuovo inizio. Tutti i fiori e tutte le piante racchiudono una simbologia infinita e nel tempo sono entrati a far parte della letteratura, della pittura e della scultura. Ad ispirare gli artisti sono stati certamente le loro linee, la loro varietà di colori, i loro profumi. A regalare magia e a dare l’ispirazione la loro insita incoerenza: forti e fragili allo stesso tempo, eterni e caduchi, vitali e immobili.
E’ nelle piante che si esprimono all’ennesima potenza tutte le contraddizioni della natura, come se le piante rappresentassero una figura retorica vivente, un ossimoro in cui gli opposti confluiscono e convivono. Ed il mandorlo non si sottrae a questa regola, così fragile e allo stesso tempo così forte da essere fra i primi a sconfiggere l’inverno e a fiorire. Così dolce e così amaro, come le varietà dei suoi frutti, l’una pregiatissima, l’altra pericolosa, perché contenente sostanze velenose. Tante sono le storie legate a questo albero e molte le citazioni che possiamo ritrovare sia in letteratura che nell’arte. Nella Bibbia viene citato molte volte poiché simbolo di rinascita e promessa di una nuova vita. Il celebre pittore Vincent Van Gogh vanta fra le sue opere il “Ramo di mandorlo fiorito”, un olio su tela che l’artista regalò al fratello ed alla moglie per la nascita del loro bambino. Anche la mitologia greca non manca di citare l’albero di mandorlo, che compare nella storia d’amore fra Fillide e Acamante. Fillide era una bellissima principessa innamorata di Acamante. Quest’ultimo partì alla volta di Troia insieme ai guerrieri greci che combatterono la celebre guerra scaturita dal rapimento di Elena. Acamante si fermò per tutta la durata del conflitto e fece parte del gruppo di eroi che si nascosero nel ventre del cavallo di legno ideato da Ulisse. Il mito narra che sulla via del ritorno la sua nave si staccò per un’avaria dalla flotta ateniese e che Fillide lo attese invano per lungo tempo fino a quando gli dei la tramutarono in un mandorlo. Quando finalmente Acamante riuscì a giungere in patria era troppo tardi e al posto del suo amore trovò il mandorlo che cinse in un abbraccio disperato.
L’albero inaspettatamente, poiché ancora l’inverno non era finito e ancora non aveva messo le foglie, al tocco dell’innamorato fiorì.
Da allora tutti i mandorli fioriscono prima di mettere le foglie e annunciano l’arrivo della primavera. Il mandorlo, il cui nome scientifico è Prunus dulcis o Amygdalus vulgaris, è un albero piuttosto piccolo, che può raggiungere fino a 5 metri di altezza. Il suo tronco si presenta dapprima dritto, ma poi con il passare del tempo assume un aspetto contorto e screpolato, di colore scuro. Originario dell’Asia, preferisce terreni secchi e poveri e ben si adatta al clima continentale temperato. I suoi fiori bianchi, o leggermente rosati, spuntano fra febbraio e marzo.