L’Alhambra e i giardini Generalife
Un “mosaico” di architettura e paesaggio
Un luogo da sogno. Palazzi dai riflessi rossastri soprattutto al tramonto, mosaici dai colori sgargianti e giardini di una bellezza indescrivibile a parole. Sembra la rappresentazione di un sogno, invece è un luogo reale, dove l’architettura ispano-moresca e l’architettura del paesaggio sono legate in un intreccio inscindibile: siamo in Andalusia, a Granada, nel complesso dell’Alhambra e Generalife.
L’Alhambra è un complesso di palazzi, costruiti in epoche diverse e caratterizzati dall’uso di argilla rossa mescolata alla pietra come materiali da costruzione, ecco perché il nome che tradotto dall’arabo significa Palazzo rosso. E’ una sorta di città nella città stessa, con diversi palazzi, cortili, e giardini, dove protagonisti assoluti sono le decorazioni moresche realizzate in gesso e presenti in ogni elemento: dai soffitti, ai pavimenti, alle pareti, alle colonne. Passeggiare per questi luoghi uscita meraviglia, ma ancor più un senso di pace e armonia, anche grazie al rapporto profondo tra gli elementi inanimati quali le architetture e glie elementi “vivi” come la vegetazione e l’acqua. Tra le varie costruzioni si incontra il Palazzo di Nasdride residenza principale del sultano e costituito da vari edifici:
– Mexuarm, dove il sultano riceveva i sudditi
– Palacio de Comares, la vera e propria residenza del sultano
– Palacio de los Leones, dove protagonista assoluta è la fontana in marmo, con 12 leoni che sputano acqua, e simboleggiano i segni dello zodiaco, circondata da 124 colonne che simboleggiano le palme, e i canali della fontana che vogliono evocare i fiumi del paradiso.
Il palazzo di Carlo V, con un cortile molto suggestivo realizzato un architetto allievo di Michelangelo, Pedro Machuca.
Photo credit Woola.it
Il cuore però di tutto il complesso è costituito dai giardini del Generalife adiacenti all’omonimo palazzo. Questo era la residenza estiva del sultano e proprio per questo lo sfarzo delle architetture cede il posto alla cura e alla ricercatezza dei giardini, luogo dove i sultani trovavano riposo e potevano “sentirsi in paradiso” tra fontane, giochi d’acqua e giardini verdeggianti.
Questo, come tutti gli altri palazzi, è caratterizzato dallo sviluppo attorno ad un patio centrale e l’acqua, elementi distintivo dell’architettura moresca.
Il patio de la Acequia è il patio centrale del palazzo con una lunga fontana che ne contraddistingue e l’immagine, realizzata non solo per un effetto scenico (seppur molto forte) ma come canale di approvvigionamento dell’acqua e dal quale partiva un reticolo per l’irrigazione di tutta la vegetazione.
Ancora oltre si trova il Patio del Cipres de la Sultana, attorno al quale ruota una leggenda au un amore furtivo e tragico: sembra infatti che il sultano Bobadil avesse scoperto il tradimento della moglie con un cavaliere, ma non sapendo quale esso fosse, avesse fatto decapitare tutti e 36 i cavalieri della tribù e avesse rinchiuso la moglie nelle segrete per il resto della sua vita.
I giardini, vero fulcro del luogo, sono diversi: i Giardini Bajos sono i primi che si incontrano durante la visita e sono detti giardini nuovi, caratterizzati da:
- labirinti di siepi
- roseti
- cipressi
Proprio qui l’architettura del paesaggio raggiunge il suo culmine con l’uso sapiente della messa a dimora dei cipressi.
Photo credit Woola.it
I Giardini Altos sono un gioiello di vegetazione, ricchi di fontane, magnolie secolari, piccoli spazi e arbusti di piante aromatiche che inebriano l’aria con il loro profumo. Questo giardino botanico richiamo la tradizione europea e si differenzia quella moresca senza per questo contrastarla.
Anche gli oleandri spiccano, soprattutto nel Paseo de las Adelafs, un sentiero che porta ai giardini alti e dove si incontra anche il caratteristico mirto moresco (myrtus communis).
La Escalera del Agua porta la punto panoramico più in alto, il Mirador; una scalinata interrotta da pianerottoli, ma soprattutto un corrimano costituito da canaletti dove scorre acqua fresca umidifica l’ambiente e lo rinfresca.
Un luogo insomma fatto da piccoli ma suggestivi spazi verdi, tra corti interne e patii con piccole siepi, aiuole fiorite, arbusti e fontane con giochi d’acqua che creano riflessi dai colori della vegetazione circostante e degli elementi decorativi. Un luogo di armonia.
Photo credit Woola.it