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La cattedrale delle piante: la Temperate House a Londra

Non una semplice serra. Definita da molti una cattedrale botanica, a ben guardare la Temperate House di londra è un luogo scintillante, che ospita oltre 1500 diverse tipologie di piante provenienti da moltissimi paesi quali Africa, Australia, Nuova Zelanda, America e Asia.

E’ stata chiusa per ben 5 anni, ristrutturata e riaperta al pubblico nel 2018 portando in mostra tutto lo splendore delle piante sparse nelle zone temperate del pianeta. 

Le piante cosiddette temperate sono quelle che devono vivere in luoghi con oltre 10°, altrimenti non potrebbero sopravvivere.

Purtroppo, nonostante siano diffuse, per molte specie è minacciata la sopravvivenza, motivo per il quale un luogo come questo ne consente la conservazione e la cultura della cura.

Qui si racconta la storia di come in tutto il mondo ci siano persone che stanno lavorando per salvare piante rare o già estinte in natura.

Riempita con 10.000 piante, questa vasta raccolta può aiutarci a trovare soluzioni ad alcune delle questioni più urgenti del mondo, dai cambiamenti climatici alla perdita di biodiversità o sicurezza alimentare. Insomma, un punto di riferimento e un faro sul futuro per la scienza delle piante.

Le zone temperate del mondo sono quelle né troppo calde, né troppo fredde, né troppo umide né troppo asciutte. Si trovano tra i tropici e i poli in entrambi gli emisferi, ma vi sono qua e là anche piccole zone temperate in luoghi inaspettati, come in alto sulle montagne ai tropici o su isole remote isole tropicali.

L’ Italia ad esempio ha la fortuna di trovarsi proprio in una di queste zone, con terreni e clima adatti allo sviluppo di agricoltura e florovivaismo.

La Temperate house si trova nei Kew Royal Botanic Gardens (i giardini botanici di Londra). La struttura  rettangolare, con tetti a falda e pilastri che sostengono costoloni in ferro battuto, porte in vetro e ferro. 

Progettata da Decimus Burton e l’ingegnere Richard Turner e inaugurata nel 1862 la Temperate House è ricca di motivi decorativi che la rendono in linea con i padiglioni in ferro ottocenteschi molto diffusi nella proliferazione delle esposizioni universali della seconda metà del secolo, delle quali ne abbiamo esempi anche in Italia e seppur in misura minore e rivisitata, nel nostro comparto pistoiese.

C’è anche una galleria di osservazione nella sezione centrale da cui i visitatori possono guardare verso il basso la collezione.

Un luogo dal quale prendere esempio per la conservazione delle specie vegetali.

Photo credits – Envato