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Un incanto d’amor: il Mandorlo

Le vicende che ruotano attorno alle storie d’amore da sempre affascinano l’uomo e spesso le più avvincenti sono quelle che maggiormente assumono tinte tragiche, commoventi e sfortunate…basti pensare alla tragica storia di Romeo e Giulietta, chi non la ricorda con un fremito al cuore?

Forse meno conosciuta ai più, ma decisamente struggente, è la leggenda di Fillide e Acamante, storia d’amore che vide come protagonisti Dei e uomini.

Acamante, eroe greco figlio di Fedra e Teseo, viaggiando verso la città di Troia incontrò la principessa Fillide e tra loro nacque un ardente amore. Acamante però ben presto ripartì per la  guerra di Troia e la principessa lo attese per dieci anni finché, non vedendolo tornare, pensò che fosse morto e dal dolore si lasciò morire. La dea Atena allora, mossa a compassione per la tragica storia della ragazza, la trasformò in mandorlo e quando Acamante seppe ciò che era accaduto raggiunse l’albero e lo abbracciò; Fillide ormai albero, ricambiò l’abbraccio facendo spuntare fiori bianchi dai rami e rendendo quindi la fioritura del mandorlo un simbolo di speranza e una testimonianza dell’amore eterno.

Anche ai nostri giorni l’albero del mandorlo e la sua fioritura mantengono questo carattere di speranza e rinascita, in relazione al fatto che i fiori di mandorlo sono i primi a sbocciare nel mese di marzo, al termine dell’inverno, e preannunciano l’arrivo della delicata primavera con tutti i suoi profumi e colori. Vi si associano però anche la delicatezza e la fragilità in quanto la sfioritura è piuttosto rapida. Il periodo della fioritura era ritenuto propizio tanto da associarsi al periodo dei fidanzamenti in alcune regioni come la Sardegna, dove era diffuso anche un “elisir” a base di fiori di mandorlo da donare al proprio amato, o come la Sicilia dove una tradizione popolare rinnova  dal 1934 i festeggiamenti per la fioritura dei mandorli, che preannuncia l’avvento della primavera. Tra la prima e la seconda domenica di febbraio, nell’ambito della ‘Sagra del Mandorlo in Fiore’, tutto il paesaggio della Valle del Tempi e della zona di Agrigento viene ricoperto da un delicato e profumato manto di fiori bianchi di mandorlo, creando scorci molto suggestivi.

Il significato di speranza e rinascita attribuiti al mandorlo nella mitologia greca si legano anche ai suoi semi commestibili che erano considerati divini in quanto protettori della verità: il guscio duro protegge infatti il seme “verità” accessibile solo a chi ne riesce a spaccare l’esterno.

Non è certamente un caso che le leggende intorno a quest’albero siano nate in Grecia; il mandorlo (nome scientifico amygdalus communis) è un albero di media altezza, variabile tra i 4 e e i 12 metri, con rami sparsi e foglie dai margini seghettati, originario dell’Asia occidentale e portato a diffusione nelle zone del Mediterraneo proprio ad opera dei Greci.

Il suo frutto, è ricco di vitamine, minerali, ferro, potassio e calcio, ed oltre ad avere proprietà emollienti, combatte la depressione rafforza il sistema immunitario.